Regole del calcio
L'arbitro
Per ogni gara Ufficiale viene designato un Arbitro dal Competente Organo Tecnico dell'Associazione Italiana Arbitri (AIA). L'Arbitro rappresenta la Federazione ed ad esso sono conferiti tutti i poteri per vigilare sul rispetto delle regole del gioco. A seconda della gara, l'Arbitro può godere della collaborazione di due Assistenti che presidiano le linee laterali, e in alcune categorie viene designato anche un Quarto Ufficiale di gara, che, a seconda del regolamento della competizione, è titolato a sostituire uno degli altri Ufficiali di gara qualora essi non siano in grado di svolgere le loro funzioni.
Nel nostro paese, l'arbitro prima di accedere a tale qualifica deve effettuare un lungo corso, gratuito, presso una sezione AIA, durante il quale egli acquisisce una perfetta conoscenza e padronanza delle regole del calcio, e al termine del corso deve sostenere un esame di qualificazione.
All'arbitro spettano tutte le decisioni tecniche e disciplinari legate allo svolgimento di una gara. Egli inizia ad esercitare la sua autorità disciplinare dal momento in cui raggiunge l'impianto sportivo finché non lo abbandona al termine della gara, mentre invece la sua autorità tecnica vige per tutta la durata della gara. L'arbitro vige sul rispetto delle regole del gioco, e quando ravvisa una infrazione alle stesse, è suo dovere comminare la sanzione tecnica prescritta e anche quella disciplinare, se prevista. Tutte le sue decisioni dovute a fatti di gioco sono inappellabili e spettano a lui e solo a lui, anche se egli ha facoltà di avvalersi del giudizio dei sui assistenti ufficiali.
È nei poteri dell'arbitro comandare calci di punizione o di rigore, ammonire o espellere calciatori, allontanare dirigenti, interrompere o sospendere definitivamente la gara.
La figura dell'arbitro in Italia ha subito un totale mutamento nel corso degli anni. Agli inizi del calcio egli era considerato un Giudice, e per tanto, persona rispettabile e rispettata da tutti. Col tempo l'arbitro da Giudice rispettabile è divenuto una figura vista con sospetto e diffidenza, fino ad arrivare ai giorni nostri dove gli arbitri vengono visti con disprezzo, considerati colpevoli delle proprie sconfitte (ma mai delle vittorie..). L'operato dell'arbitro oggi, soprattutto nelle gare del massimo campionato, viene esaminato istante per istante, scomponendo ogni singolo episodio con decine di immagini da ogni visuale, andando a trovare l'errore anche quando non c'è. Purtroppo l'arbitro è chiamato ad esprimere decisioni nell'arco di pochi millesimi di secondo, egli è vincolato ad una sola visuale, e pertanto non sempre l'arbitro è in grado di assumere la giusta decisione, anche per via della sua natura umana.
Recentemente si sta facendo strada il fenomeno della violenza ai danni dei direttori di gara, soprattutto nelle categorie inferiori. Anche se gli organi di informazione non danno molto risalto a questi episodi, i comunicati ufficiali della federazione riportano sempre più spesso gravi episodi di aggressione ai danni di arbitri.
Per ogni gara Ufficiale viene designato un Arbitro dal Competente Organo Tecnico dell'Associazione Italiana Arbitri (AIA). L'Arbitro rappresenta la Federazione ed ad esso sono conferiti tutti i poteri per vigilare sul rispetto delle regole del gioco. A seconda della gara, l'Arbitro può godere della collaborazione di due Assistenti che presidiano le linee laterali, e in alcune categorie viene designato anche un Quarto Ufficiale di gara, che, a seconda del regolamento della competizione, è titolato a sostituire uno degli altri Ufficiali di gara qualora essi non siano in grado di svolgere le loro funzioni.
Nel nostro paese, l'arbitro prima di accedere a tale qualifica deve effettuare un lungo corso, gratuito, presso una sezione AIA, durante il quale egli acquisisce una perfetta conoscenza e padronanza delle regole del calcio, e al termine del corso deve sostenere un esame di qualificazione.
All'arbitro spettano tutte le decisioni tecniche e disciplinari legate allo svolgimento di una gara. Egli inizia ad esercitare la sua autorità disciplinare dal momento in cui raggiunge l'impianto sportivo finché non lo abbandona al termine della gara, mentre invece la sua autorità tecnica vige per tutta la durata della gara. L'arbitro vige sul rispetto delle regole del gioco, e quando ravvisa una infrazione alle stesse, è suo dovere comminare la sanzione tecnica prescritta e anche quella disciplinare, se prevista. Tutte le sue decisioni dovute a fatti di gioco sono inappellabili e spettano a lui e solo a lui, anche se egli ha facoltà di avvalersi del giudizio dei sui assistenti ufficiali.
È nei poteri dell'arbitro comandare calci di punizione o di rigore, ammonire o espellere calciatori, allontanare dirigenti, interrompere o sospendere definitivamente la gara.
La figura dell'arbitro in Italia ha subito un totale mutamento nel corso degli anni. Agli inizi del calcio egli era considerato un Giudice, e per tanto, persona rispettabile e rispettata da tutti. Col tempo l'arbitro da Giudice rispettabile è divenuto una figura vista con sospetto e diffidenza, fino ad arrivare ai giorni nostri dove gli arbitri vengono visti con disprezzo, considerati colpevoli delle proprie sconfitte (ma mai delle vittorie..). L'operato dell'arbitro oggi, soprattutto nelle gare del massimo campionato, viene esaminato istante per istante, scomponendo ogni singolo episodio con decine di immagini da ogni visuale, andando a trovare l'errore anche quando non c'è. Purtroppo l'arbitro è chiamato ad esprimere decisioni nell'arco di pochi millesimi di secondo, egli è vincolato ad una sola visuale, e pertanto non sempre l'arbitro è in grado di assumere la giusta decisione, anche per via della sua natura umana.
Recentemente si sta facendo strada il fenomeno della violenza ai danni dei direttori di gara, soprattutto nelle categorie inferiori. Anche se gli organi di informazione non danno molto risalto a questi episodi, i comunicati ufficiali della federazione riportano sempre più spesso gravi episodi di aggressione ai danni di arbitri.
Pallone in gioco e non in gioco
Tutte le linee disegnate sul campo di gioco, sono parte dell'area che delimitano.
Quindi un pallone che percorre una linea laterale è considerato in gioco, un pallone sulla linea dell'area di rigore è decretato essere all'interno l'area di rigore. In definitiva, il pallone deve superare totalmente la linea laterale o di fondo per essere considerato fuori dal gioco e deve superare totalmente la linea di porta per essere considerato in rete. Se anche una minima parte del pallone non ha oltrepassato la linea, è ancora in gioco.
Falli e scorrettezze
L'arbitro ha il potere di punire un calciatore ed anche un allenatore, o un qualsiasi dirigente presente in panchina, per cattiva condotta, gioco violento o proteste. Un arbitro può estrarre il cartellino giallo come ammonizione, e può estrarre il cartellino rosso che comporta l'espulsione del giocatore. Anche un giocatore in panchina può essere punito con i medesimi provvedimenti. Nel caso venga espulso un dirigente o un allenatore, questi verrà allontanato dalla panchina senza l'esposizione del cartellino.
L'espulsione può avvenire direttamente, per condotta violenta, condotta gravemente sleale, o in seguito alla seconda ammonizione ad uno stesso giocatore (doppia ammonizione): due cartellini gialli equivalgono infatti ad un rosso anche se comminati per motivazioni completamente differenti. Ad esempio il fallo di chiara ed evidente azione da rete impropriamente detto da "ultimo uomo", cioè quando si commette uno dei dieci falli punibili con un calcio di punizione diretto su un attaccante che ha una chiara occasione da rete, comporta l'espulsione (cartellino rosso). Tuttavia l'interpretazione di tale fallo resta materia di dubbi e dibattiti e lasciato alla discrezionalità dei giudici di gara, anche perché molto dipende dalla zona del campo in cui l'infrazione è commessa, ad esempio un fallo da "ultimo uomo" commesso nelle vicinanze delle linee laterali comporta solo l'ammonizione. Un esempio di applicazione automatica del regolamento senza discrezionalità è rappresentato dal fatto che esultare dopo un gol levandosi la maglietta della squadra comporta incondizionatamente una ammonizione (cartellino giallo).
Calci di rigore e calci di punizione
Come già detto, se un giocatore subisce fallo che prevede la concessione di un calcio di punizione
Si tratta della massima punizione per una squadra, perché segnare un rigore è relativamente facile. L'attaccante deve tirare dal dischetto situato a 11 metri dalla porta, davanti a sé ha solo il portiere che non può muoversi dalla linea di porta se non lateralmente. Fin quando l'attaccante non ha toccato il pallone in avanti, nessuno può entrare all'interno dell'area ed il portiere non può muoversi in avanti.
L'arbitro fischia un calcio di punizione a favore della squadra che subisce fallo in qua
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