Le regole, i primi tornei, la F.I.F ed i primi Campionati
Con la diffusione della disciplina del calcio divenne sempre più urgente creare delle regole certe, e naturalmente queste vennero per lo più importate dall'Inghilterra. La pubblicazione del primo regolamento del calcio in Italia apparve nel 1895 a Udine ed è dovuto agli ambienti ginnastici. A questo regolamento, che rifletteva correttamente lo spirito e la forma del gioco praticato in Gran Bretagna, si aggiunse un testo di Francesco Gabrielli, che nel 1896 scrisse il primo manuale italiano sul nuovo sport.
Il primo torneo di calcio ufficiale in Italia fu disputato, nel 1896, a Treviso, organizzato dalla Federazione Ginnastica, che continuò a operare fino al 1907 in concorrenza con la Federazione del Football, creata ad hoc per promuovere il nuovo sport. Il concorso trevigiano vide imporsi la squadra della Società Udinese di Scherma e Ginnastica, che giocò dalle 8 alle 13 contro la squadra di Treviso e contro quella di Ferrara: il premio era un gonfalone in seta ricamato dalle signore trevisane. Il torneo calcistico restò un episodio isolato, mentre l'intensificarsi dei rapporti fra le squadre di Genova e Torino diede origine al primo incontro tra Genoa e F.C. Torinese il 6 gennaio 1898 a Ponte Carrega. Il 6 marzo dello stesso anno alle due storiche compagini si unirono le altre squadre torinesi per dar vita a un torneo al velodromo di Torino. L'Archivio Storico conserva alcuni interessanti documenti tra cui una lettera, datata 1 marzo 1898, inviata al sindaco dal vice presidente del Football Club Torinese, Alfonso Ferrero di Ventimiglia, che richiedeva l'intervento di otto guardie municipali per garantire l'ordine all'interno del velodromo. In risposta il sindaco accordava le guardie, a patto che i richiedenti si assumessero le spese del servizio. Seguì una trattativa che finì con l'ingaggio di sole tre guardie municipali per cui Ferrero di Ventimiglia si dichiarava "pronto a soddisfare il regolare pagamento" che ammontava a 6 lire. Dalle cronache si apprende che "in 135 minuti erano stati disputati ben tre incontri a cui aveva assistito un pubblico scarso ma qualificato, che non aveva creato problemi alle forze dell'ordine".
Pochi giorni dopo (il 16 marzo 1898) a Torino nasceva la Federazione Italiana del Football (F.I.F.), sotto la presidenza dell'ingegnere Mario Vicary, formata dai rappresentanti di F.C. Torinese, Internazionale, Società Ginnastica Torinese e Genoa allo scopo di organizzare le attività calcistiche e di garantire il rispetto delle regole del gioco. La sede della F.I.F. - che nel 1909 assunse il nome di FIGC, Federazione Italiana Gioco Calcio - fu stabilita a Torino presso l'emporio di Adolfo Jourdan specializzato nella vendita di scarpe, cappelli, "chincaglierie in generi di lusso, finticolli, polsini, cravatte e camicie". Primo atto della neonata Federazione fu l'istituzione del campionato italiano di calcio, dedicato al duca degli Abruzzi.
Il primo Campionato ebbe luogo al velodromo di Torino in una sola giornata (l'8 maggio 1898) e con la partecipazione di quattro formazioni (F.C. Torinese, l'Internazionale, il Genoa e la Società Ginnastica Torinese): il Genoa prevalse nella partita finale per 2 reti a 1, dopo i tempi supplementari, aggiudicandosi il primo titolo italiano.
Il secondo campionato si disputò a Torino il 2 e il 9 settembre 1899 e il Genoa si aggiudicò nuovamente il titolo, fra accese contestazioni sull'operato dei giudici seduti alle spalle dei portieri, il cui compito era stabilire se il pallone avesse o meno varcato completamente la linea di porta. Di lì a pochi anni l'arbitro, investito di maggiore autorità, avrebbe assunto anche le funzioni dei giudici di porta decretandone di fatto la scomparsa.
Da allora il campionato venne disputato annualmente, con formule varie, ma bisogna arrivare al 1913 per assistere al primo campionato su scala nazionale, anche se articolato in due raggruppamenti (quello settentrionale e quello del centro-sud), che fu vinto dalla Pro Vercelli.
Durante la Grande Guerra l'attività calcistica venne interrotta (dal 1916 al 1919); nel campionato 1921-22, furono assegnati due scudetti, da due associazioni diverse che erano presenti contemporaneamente, la C.C.I. e la F.I.G.C. nel 1929 venne introdotta la formula rimasta in vigore, del girone unico con partite di andata e ritorno (allora vedeva la partecipazione di 16 squadre), e venne organizzato il torneo di Serie B.
Nella stagione 1939-40, subito dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nella prima giornata dell'ultimo campionato del periodo di pace pre-bellico, il 17 settembre del 1939, compaiono sulle casacche dei giocatori per la prima volta i numeri. In piena Seconda Guerra mondiale, nel 1945-46 il campionato fu diviso in due: un girone dell'Alta Italia con 14 squadre della vecchia Serie A, ed un girone del Centro-Sud con 11 squadre di Serie A e B. Solo nel 1946-47, la Serie A tornò definitivamente al girone unico come oggi lo conosciamo: ne facevano parte 20 squadre, numero che rimase tale fino al 1951-52. Nel 1935 al campionato si affiancò la Coppa Italia, manifestazione annuale caratterizzata dalla partecipazione delle squadre di serie A e B, la cui prima edizione venne vinta dal Torino.
Il primo torneo di calcio ufficiale in Italia fu disputato, nel 1896, a Treviso, organizzato dalla Federazione Ginnastica, che continuò a operare fino al 1907 in concorrenza con la Federazione del Football, creata ad hoc per promuovere il nuovo sport. Il concorso trevigiano vide imporsi la squadra della Società Udinese di Scherma e Ginnastica, che giocò dalle 8 alle 13 contro la squadra di Treviso e contro quella di Ferrara: il premio era un gonfalone in seta ricamato dalle signore trevisane. Il torneo calcistico restò un episodio isolato, mentre l'intensificarsi dei rapporti fra le squadre di Genova e Torino diede origine al primo incontro tra Genoa e F.C. Torinese il 6 gennaio 1898 a Ponte Carrega. Il 6 marzo dello stesso anno alle due storiche compagini si unirono le altre squadre torinesi per dar vita a un torneo al velodromo di Torino. L'Archivio Storico conserva alcuni interessanti documenti tra cui una lettera, datata 1 marzo 1898, inviata al sindaco dal vice presidente del Football Club Torinese, Alfonso Ferrero di Ventimiglia, che richiedeva l'intervento di otto guardie municipali per garantire l'ordine all'interno del velodromo. In risposta il sindaco accordava le guardie, a patto che i richiedenti si assumessero le spese del servizio. Seguì una trattativa che finì con l'ingaggio di sole tre guardie municipali per cui Ferrero di Ventimiglia si dichiarava "pronto a soddisfare il regolare pagamento" che ammontava a 6 lire. Dalle cronache si apprende che "in 135 minuti erano stati disputati ben tre incontri a cui aveva assistito un pubblico scarso ma qualificato, che non aveva creato problemi alle forze dell'ordine".
Pochi giorni dopo (il 16 marzo 1898) a Torino nasceva la Federazione Italiana del Football (F.I.F.), sotto la presidenza dell'ingegnere Mario Vicary, formata dai rappresentanti di F.C. Torinese, Internazionale, Società Ginnastica Torinese e Genoa allo scopo di organizzare le attività calcistiche e di garantire il rispetto delle regole del gioco. La sede della F.I.F. - che nel 1909 assunse il nome di FIGC, Federazione Italiana Gioco Calcio - fu stabilita a Torino presso l'emporio di Adolfo Jourdan specializzato nella vendita di scarpe, cappelli, "chincaglierie in generi di lusso, finticolli, polsini, cravatte e camicie". Primo atto della neonata Federazione fu l'istituzione del campionato italiano di calcio, dedicato al duca degli Abruzzi.
Il primo Campionato ebbe luogo al velodromo di Torino in una sola giornata (l'8 maggio 1898) e con la partecipazione di quattro formazioni (F.C. Torinese, l'Internazionale, il Genoa e la Società Ginnastica Torinese): il Genoa prevalse nella partita finale per 2 reti a 1, dopo i tempi supplementari, aggiudicandosi il primo titolo italiano.
Il secondo campionato si disputò a Torino il 2 e il 9 settembre 1899 e il Genoa si aggiudicò nuovamente il titolo, fra accese contestazioni sull'operato dei giudici seduti alle spalle dei portieri, il cui compito era stabilire se il pallone avesse o meno varcato completamente la linea di porta. Di lì a pochi anni l'arbitro, investito di maggiore autorità, avrebbe assunto anche le funzioni dei giudici di porta decretandone di fatto la scomparsa.
Da allora il campionato venne disputato annualmente, con formule varie, ma bisogna arrivare al 1913 per assistere al primo campionato su scala nazionale, anche se articolato in due raggruppamenti (quello settentrionale e quello del centro-sud), che fu vinto dalla Pro Vercelli.
Durante la Grande Guerra l'attività calcistica venne interrotta (dal 1916 al 1919); nel campionato 1921-22, furono assegnati due scudetti, da due associazioni diverse che erano presenti contemporaneamente, la C.C.I. e la F.I.G.C. nel 1929 venne introdotta la formula rimasta in vigore, del girone unico con partite di andata e ritorno (allora vedeva la partecipazione di 16 squadre), e venne organizzato il torneo di Serie B.
Nella stagione 1939-40, subito dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nella prima giornata dell'ultimo campionato del periodo di pace pre-bellico, il 17 settembre del 1939, compaiono sulle casacche dei giocatori per la prima volta i numeri. In piena Seconda Guerra mondiale, nel 1945-46 il campionato fu diviso in due: un girone dell'Alta Italia con 14 squadre della vecchia Serie A, ed un girone del Centro-Sud con 11 squadre di Serie A e B. Solo nel 1946-47, la Serie A tornò definitivamente al girone unico come oggi lo conosciamo: ne facevano parte 20 squadre, numero che rimase tale fino al 1951-52. Nel 1935 al campionato si affiancò la Coppa Italia, manifestazione annuale caratterizzata dalla partecipazione delle squadre di serie A e B, la cui prima edizione venne vinta dal Torino.
Nessun commento:
Posta un commento